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Carcasse animali, da problema a opportunità

15/04/2020

L'esperienza dei carnai aziendali portata avanti dal nostro progetto nasce per migliorare lo stato di conservazione del grifone, ma permette all’allevatore di smaltire i SOA (Sottoprodotto di Origine Animale) nella propria azienda. Grazie alla collaborazione della Regione Sardegna, che ha regolato la materia con due diverse determine, la nostra isola è stata la prima in Italia dove in alcune zone è stata ottenuta una deroga ai regolamenti Ue sullo smaltimento dei cosiddetti SOA: per legge la carcassa di un animale è un SOA che va smaltito nei modi descritti dai Regolamenti dell’Unione europea n. 1069 del 2009 e dal 142 del 2011. Tanto che l’abbandono delle carcasse è considerato un reato ambientale perseguito dal decreto legislativo 186 del 1 ottobre 2012, con severe sanzioni amministrative pecuniarie.

In diverse aree della Sardegna rimane ampiamente diffusa la consuetudine di lasciare gli animali morti sul campo. Si tratta di una pratica illegale che, nonostante nel tempo sia stata un’azione di mitigazione della carenza alimentare a carico del grifone, presenta conseguenze sia di saluta pubblica che di minaccia per la conservazione della specie stessa.

La carcassa abbandonata può inquinare un corso d’acqua, o diventare cibo per cani vaganti e altre specie nocive, che possono veicolare la zoonosi. Non ci sono poi garanzie sulla salubrità dell’animale morto lasciato nel campo: la carcassa potrebbe essere stata trattata in precedenza con farmaci veterinari tossici per il Grifone. In altre parti del mondo, ad esempio in India, l’utilizzo del Diclofenac sugli animali da reddito ha portato alla quasi estinzione della specie.

Con l'attivazione dei carnai, nelle aziende interessate è stato possibile ripristinare e valorizzare i servizi ecosistemici che i grifoni hanno sempre svolto nelle campagne sarde. È stato mostrato come in Natura il rifiuto non esista e come oggi, oltre ai servizi in termini di riciclo dei nutrienti e smaltimento della carcassa, sia possibile ragionare anche sui benefici di natura economica.

Grazie a questa opportunità, l’allevatore è nella condizione di seguire l’iter autorizzativo avvisando per tempo i servizi veterinari e risparmiando sui costi di smaltimento. Questa misura riduce inoltrer la possibilità di trasferimento di patologie trasmissibili da un’azienda all’altra: spesso l’insorgenza di epidemie è correlata al trasporto delle carcasse che fungono da agenti meccanici.

Ma non basta, perché con i carnai aziendali la carcassa da rifiuto speciale diventa pasto per i grifoni e poi un’attrazione per i fotografi e i birdwatcher. La crescente richiesta di fotografare in contesti naturali dove sono presenti specie simbolo come il Grifone, può diventare in Sardegna una delle espressioni dell’eco-turismo. E l’allevatore, mettendo a disposizione un capanno fotografico o comunque uno spazio di osservazione, può aggiungere un servizio supplementare che può prodursi in un ritorno economico.

Infine il carnaio aziendale ha un impatto positivo sulle altre popolazioni di necrofagi come il capovaccaio, e inoltre, il nibbio, l'aquila, la poiana, il falco di palude, che pur essendo necrofagi facoltativi non disdegnano “un pasto pronto e salubre”.