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Life Under Griffon Wings

 

Il report della stagione riproduttiva 2019

23/09/2019

Cosa rallenta la crescita e la sopravvivenza di una popolazione naturale? È la domanda che bisogna porsi per intervenire sulle minacce che possono portare alla rarefazione o all'estinzione di una specie.
Quando nel 2014 abbiamo iniziato a progettare il LIFE Under Griffon Wings, il quadro della nostra piccola colonia di grifoni era preoccupante: dalle osservazioni fatte sul campo in più di 30 anni emergeva quanto la popolazione sarda non crescesse e ogni piccolo aumento fosse regolarmente accompagnato da episodi di avvelenamento che ne riducevano significativamente il numero di individui.
Elaborando statisticamente i dati demografici in nostro possesso abbiamo creato un modello capace di descrivere le dinamiche di questa popolazione e proiettarla nel lungo termine. Tutto questo per comprendere in maniera predittiva la possibile evoluzione della stessa.
Grazie a questa analisi abbiamo capito che l’elevata mortalità nei giovani e immaturi, il basso successo riproduttivo, l’elevata incidenza e severità degli episodi di avvelenamento, insieme alla piccola dimensione della popolazione costituivano i fattori che maggiormente esponevano i grifoni al rischio di estinzione in Sardegna.
Per ridurre i tassi di mortalità nei giovani ed immaturi e migliorare il successo riproduttivo abbiamo costruito una rete di carnai aziendali ed allestiti, secondo le buone pratiche sviluppate in altri paesi europei. I carnai aziendali permettono oggi agli allevatori di far smaltire ai grifoni le carcasse della loro azienda, rafforzando e legalizzando con una deroga ai regolamenti comunitari il rapporto mutualistico uomo grifone.
Per assicurare un buon successo riproduttivo abbiamo anche cercato di mitigare il disturbo antropico legato all’ecoturismo e alla fotografia. Per migliorare l’approccio al territorio abbiamo promosso dei codici etici di comportamento di concerto con le associazioni di categoria, creando strutture e location dedicate per poter ammirare questa specie senza arrecare disturbo ai nidi.
Si tratta di interventi ambientali che migliorano le condizioni di sopravvivenza della specie ma che hanno bisogno di tempo: al contrario basta un singolo episodio di avvelenamento per cancellare in un colpo
solo tutto quello che di buono viene fatto. È per questo che la lotta all’uso illegale del veleno è sempre stata al centro di questo progetto. Dai dati emerge che almeno tre devastanti episodi di avvelenamento hanno interessato la nostra popolazione dagli anni '70 a oggi. Per contrastare l’uso illegale del veleno abbiamo attivato una unità cinofila  che, dopo un periodo di formazione,  ha iniziato a monitorare e  perlustrare le campagne facendo un’ottima azione di prevenzione, formazione e repressione.
Per ultimo, ma non in termini di importanza, il numero di individui presenti stimati in un 90-100 individui all’inizio della progettazione era troppo basso per rilanciare anche con gli interventi migliorativi sopra esposti questa popolazione. Così abbiamo realizzato un’azione di restocking che si concluderà questo autunno con 60 animali liberati provenienti principalmente dalla Spagna e dallo zoo di Artis in Olanda, che con ottime percentuali di successo hanno colonizzato i cieli della Sardegna.
I dati dei diversi monitoraggi hanno migliorato sempre più il nostro modello predittivo rendendolo sempre più vicino alla dinamica della popolazione reale. Così abbiamo potuto misurare ogni singolo miglioramento, validare gli interventi fatti, migliorandoli anche in corso d’opera.
La vera chiave del successo è stata la possibilità di intervenire su più minacce contemporaneamente. Anche per questo in questa stagione riproduttiva appena conclusa abbiamo registrato un nuovo record: 34 involi, che fanno ben sperare per il futuro. La strada da fare è ancora tanta e la storia dei grifoni in Sardegna ha insegnato molto alle persone che a diverso titolo operano nel progetto.
È necessario continuare a lavorare senza mai abbassare la guardia. Guardando verso il cielo la soddisfazione è tanta. E, andando a “grifonare”, la percezione visiva che questa specie stia diventando sempre più il simbolo di questo territorio e del mondo agro pastorale è un motivo di orgoglio per tutti i sardi.
 
Ecco il testo integrale del report: