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Life Under Griffon Wings

 

La lezione di LIFE, grifone sfortunato

15/09/2017

La morte di un animale provoca emozioni contrastanti in un ricercatore: da un parte c'è il tipico senso di impotenza per un evento che non si è stati capaci di scongiurare; dall'altro c'è la consapevolezza che ogni situazione, anche negativa, rappresenta un'opportunità per incrementare il bagaglio di informazioni.

È con questo atteggiamento che vi raccontiamo il finale della storia di LIFE, il grifone ricoverato dal 2015 nel Centro di recupero di Bonassai dell'Agenzia Forestas e rilasciato lo scorso 12 giugno. Il monitoraggio effettuato attraverso il GPS e il VHF ha consentito che la sua non fosse una morte "silenziosa", come capita a gran parte della fauna selvatica. Grazie ai risultati della necroscopia - nel suo fegato sono state trovate tracce di un anticoagulante rodenticida - la sua triste storia si è trasformata in un caso di studio. Probabilmente LIFE ha ingerito il veleno dalla carcassa di un animale che a sua volta aveva mangiato un'esca avvelenata.

Abbiamo conosciuto l'avvoltoio LIFE quando arrivò a Bonassai. Il grifone, nato nel 2014, aveva un'ala spezzata: le radiografie evidenziarono che si trattava della frattura di radio e ulna. È stato necessario un lungo periodo di riabilitazione prima che venisse giudicato idoneo alla reimmissione in natura.

Il giorno della liberazione è arrivato lo scorso 12 giugno, sulle colline di Badde Orca a Bosa. Il grifone, ribattezzato per l'occasione "Life" per celebrare il 25esimo anniversario della Direttiva Habitat, dopo essere uscito dal cassone ha sostato alcuni minuti sul bordo del costone prima di spiegare le ali e riassaporare la libertà. Il giovane avvoltoio ha passato le prime due settimane nel Bosano, visitando successivamente la zona tra Pozzomaggiore,  Montresta e Sindia, area di alimentazione per i grifoni.

I ricercatori dell'Università, dopo aver notato una lunga sosta nel medesimo luogo nella campagne tra Padria e Montresta, hanno allertato il Centro di Bonassai e insieme ad alcuni volontari del territorio si sono recati nella zona dove era stato registrato l'ultimo punto GPS. Grazie al segnale rilasciato dal VHF è stato possibile individuare LIFE sotto un cespuglio. L'avvoltoio era in piedi ma debolissimo.  È stato così ricoverato a Bonassai dove, nonostante le cure, è deceduto il 16 luglio. La necroscopia e le analisi post mortem, eseguite dall'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, hanno evidenziato che il decesso era imputabile al veleno, un topicida.

Questa vicenda conferma l'importanza dei Centri di recupero e l'utilità dei monitoraggi a lungo termine eseguiti con gli impianti GPS e VHF che - sotto le ali del progetto LIFE - consentono di misurare il successo del reinserimento degli animali ricoverati, e dall'altra di avere un quadro del territorio in cui si muovono. Ma soprattutto mostra che è necessario un lavoro di prevenzione nelle campagne, oggi possibile grazie al Nucleo cinofilo antiveleno costituito da agenti del Corpo forestale di vigilanza ambientale e dal cane King.