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Life Under Griffon Wings

 

Il comportamento alimentare

Il grifone si ciba esclusivamente di carcasse. La ricerca del cibo avviene durante le lunghe perlustrazioni del territorio con il volo planato di più individui costituendo una rete d’informazione visiva, l’altezza del volo è inversamente relazionata al numero degli animali presenti in quel territorio, quando il numero è ridotto volano a quote alte per poter monitorare una superficie più vasta mentre quando il numero è abbondante formano delle reti ad altezze minori.

Non è da escludere che oltre alla ottima vista il grifone possa seguire i movimenti di altri uccelli come corvi e cornacchie che possono indicargli la presenza di una carogna.

Una volta individuata la carcassa i grifoni iniziano la fase di discesa che avviene eseguendo ampi cerchi nel cielo, questa modalità di discesa costituisce un segnale di richiamo per gli altri grifoni interpretato come presenza di un pasto. Una volta raggiunta la carcassa a terra gli avvoltoi si scontrano tra loro per stabilire l’ordine con il quale dovranno alimentarsi;

Di solito sono i più affamati ad avere la meglio sugli altri che verranno intimoriti dal “passo di parata” durante il quale il grifone cammina verso l’avversario con il collo teso in avanti, le penne scapolari arruffate e mostrando alternativamente l’artiglio aperto dell’una e dell’altra zampa; una volta conquistata una buona posizione sulla carcassa il grifone assume la “postura del sovrano”, cioè apre le ali mostrando la sua maestosità verso gli altri.

Se l’animale è morto da poco i grifoni iniziano il pasto dagli orifizi naturali, viene mangiato tutto con eccezione del pelo e delle ossa più grandi che  restano letteralmente pulite. Il grifone può ingerire anche 2 kg di carne, appesantendo a tal punto che per alzarsi involare devono rigurgitare una parte del pasto.

Un'espressione informale usata spesso in senso equivalente a quella di necrofago è "spazzino" o carnivoro di terzo grado poiché si tratta di un animale che interviene come ultimo anello della catena alimentare.

Nella nostra isola i grifoni si nutrono quasi esclusivamente dalle carcasse di ungulati domestici (bovini, suini, equini, ovini e caprini) allevati allo stato brado e quindi facilmente accessibili. Il lavoro dei grifoni come “spazzini della natura” è legato al loro sistema digestivo che come un'arma formidabile può distruggere la maggior parte degli agenti patogeni.

  • Il sistema digestivo degli avvoltoi è sufficientemente breve (poco più di 3 metri) e diviso in tre parti: il gozzo, lo stomaco e l'intestino. La digestione è di tipo enzimatico.
  • Il pH del gozzo degli avvoltoi è vicino alla neutralità. Nello stomaco invece raggiunge l'acidità estrema con un pH di 1. Nell'intestino, il pH ritorna alla neutralità; ecco che queste variazioni di pH hanno una elevata attività virucida e battericida. Questo aspetto riveste una notevole importanza da un punto di vista sanitario poiché grazie alla sua azione si è in grado di limitare la diffusione di malattie infettive nel territorio.

Gli ovini e i caprini rappresentano oltre l’80-90% della base alimentare di questo necrofago ed è per questo che il grifone dipende dall’uomo per l’alimentazione e ha risentito della recente evoluzione nelle tecniche di allevamento del bestiame. Il pasto non dura molto (pecore di medie dimensioni vengono terminate in meno di trenta minuti da 20-30 avvoltoi); dopo essersi nutriti amano lavarsi il piumaggio che necessariamente si imbratta nel contatto con le carogne. Dopo un pasto abbondante possono stare senza mangiare per diversi giorni, potendo digiunare anche per 2 e 3 settimane. In natura vivono per 30 anni mentre in cattività possono arrivare a 50 anni.